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Gruppo delle Tofane

 

 

Sono per antonomasia le montagne di Cortina.

Formano una immensa bastionata rocciosa (a sinistra, ripresa dai pressi del Passo Tre Croci), costituita da tre rilievi principali e da una serie di altre vette satelliti; le cime principali sono la Tofana di Rozes, o Tofana di Fuori, (3225 m.), la Tofana di Mezzo (3243 m.) e la Tofana di Dentro (3237 m.).

Mentre le Tofane di Mezzo e di Dentro sono quasi addossate fra loro, separate solo dalla lieve insellatura quotata 3084 m, la Tofana di Rozes si eleva più isolata, con l'impressionante parete Ovest che domina la strada per il Passo Falzarego. Purtroppo tutto il versante che guarda Cortina è interessato da un grande numero di impianti sciistici, che hanno un po' rovinato l'ambiente naturale; inoltre è stata realizzata una grande funivia che, con partenza da Cortina, trasporta in tre arditi balzi a pochi metri dalla vetta della Tofana di Mezzo. Fortunatamente, sul versante opposto (Val Travenanzes) l'ambiente risulta ancora incontaminato. I limiti del gruppo sono dati dalla Forcella Bois (2330, Fanis) e dalle Valli Travenanzes, Fanes e Boite.

Paul Grohmann le disse «fortezza dei tre Re Magi», Ottone Brentari colse le loro dimensioni dicendo che «torreggiano a occidente di Cortina, per un giro di sei ore»: e infatti le tre Tofane fanno da sfondo per un buon quarto di circonferenza alla conca ampezzana.

Bruno Castiglioni, infine, le definì «un massiccio a larghi fianchi, tricuspidato»: tre, infatti sono le cime principali.

E’ in Val Travenanzes che bisogna portarsi per capire come sono fatte le Tofane: da questo lato si può osservare l’enorme blocco di Dolomia principale che le costituisce, inclinato verso Nord e appoggiato sugli Strati di Raibl che emergono in qualche caso (per esempio sotto la Punta Anna) in maniera affascinante. La Val Travenanzes, che delimita il gruppo ad Ovest, è un canyon modellato dagli antichi ghiacciai, dominato da enormi versanti segnati da cenge. E’ però dal versante opposto che si può avere la visione più completa ed esaltante: dal Nuvolau, per esempio, al di là della Val Costerna di fronte alla Tofana di Rozes, con la sua parete concava, rossastra, sostenuta da poderosi pilastri.

Viste da questa parte si osservano a sinistra, oltre il Passo Falzarego, il Sass de Stria (2477m.), il Lagazuoi Piccolo (2778 m.) e il Lagazuoi Grande (2835 m.); poi la caratteristica piramide della Tofana di Rozes o Tofana I (3225 m.) che espone la larga parete Sud. In basso la rocca del ► Castelletto (2656), un’appendice rocciosa resa famosa dalle vicende di guerra. Più a Est, oltre la forcella Fontananegra, segnata da un enorme canalone ghiaioso, si trova la Tofana di Mezzo, o Tofana II (3243 m.), la più alta ma anche, oramai, la meno alpinistica, raggiunta com’è da una funivia in tre tronchi, la Freccia del Cielo.

Un’aerea sella, poco visibile da valle, collega la Tofana di Mezzo alla Tofana di Dentro o Tofana III, (3237 m.) dai caratteristici sovrascorrimenti di vetta e dagli strati contorti che fissano ai nostri occhi la potenza delle spinte orogenetiche. Piccoli ghiacciai ormai ridotti al lumicino si osservano nelle conche a Nord delle Tofane di Mezzo e di Dentro.

In tre anni successivi, fra il 1863 e il 1865, Paul Grohmann salì le tre grandi cime: la Tofane di Mezzo e la Tofana di Rozes con Francesco Lacedelli detto “Checco da Meleres”, la Tofana di Dentro (3237 m.), con Angelo Dimai.

La parete Sud della Tofana di Rozes, verticale e alta fino a ottocento metri, caratterizzata da un’ampia convessità centrale e da enormi pilastri rossastri nel settore più orientale, è stata più volte al centro della storia alpinistica e presenta alcuni degli itinerari più frequentati dagli arrampicatori, anche grazie alla comodità di accesso. La prima via sulla parete Sud fu aperta nel 1901 dalle guide ampezzane Antonio Dimai, Giovanni Siorpaes, e Agostino Verzi, che accompagnarono le baronesse Ilona e Rolanda Von Eötvös: questo itinerario, che sfiora il V° grado, è diventato classico. Una via diretta fu trovata nel 1929 Walter Stösser, Ludwig Hall e Fred Schütt e un’altra, più difficile, nel 1931 da Attilio Tissi con tre compagni.

Nuovi itinerari furono aperti dagli Scoiattoli di Cortina negli anni Quaranta e Cinquanta e uno da Walter Bonatti nel 1952 ( la via della Tridentina sullo sperone Sud-Ovest, oggi assai ripetuta).

L’attenzione si concentrò sui tre bellissimi pilastri.

Nel 1944 Ettore Costantini con Renato Apollonio salirono lo spigolo del Pilastro di Rozes per una via di sesto grado che divenne famosa (ripetuta in libera nei primi anni Ottanta da Heinz Mariacher e Luisa Jovane); Albino Alverà e Ugo Pompanin salirono nel 1946 gli spigoli del primo e del terzo pilastro, con difficoltà classiche, e nello stesso anno Ettore Costantini e Luigi Ghedina salirono lo Spigolo del Pilastro di Rozes. Sono ancora queste le vie più ripetute, anche se nel tempo molti altri itinerari sono stati aperti, anche in arrampicata artificiale.

 

 

 

 


1863 - 29 agosto. Paul Grohmann continua la sistematica salita delle grandi cime Ampezzane.

La pignola preparazione ed il tempo a sua disposizione sono alla base dei suoi successi, sempre rivolti a raggiungere … la vetta!.

Cade così anche la Tofana di Mezzo (3243 m.). Paul Grohmann si avvale dell’esperienza di Francesco Lacedelli detto “Checco da Meleres”, capostipite delle celebri guide ampezzane. Quando “Checco” chiede a Grohmann quale delle due punte vuole salire, a parità di apparenze, il viennese esclama: “La più alta!”, sottolineando così il diktat dell’epoca.

 

1864 – 29 agosto. Le guide Santo Siorpaes insieme a Angelo Dimai ed il più anziano Francesco Lacedelli detto “Checco”, accompagnarono Paul Grohmann appassionato ed accanito esploratore delle Dolomiti sempre rivolto a raggiungere … la vetta!. nella prima ascensione della Tofana di Rozes (3225 m.).

 

1865 – 27 agosto. Paul Grohmann con la guida Angelo Dimai salgono per primi la Tofana di Dentro o de Inze (3237 m.).

 

1901Antonio Dimai, Agostino Verzi con l’aggiunta di Giovanni Siorpaes e le figlie del barone Von Eötvös, Ilona e Rolanda, salgono la parete Sud della Tofana di Rozes. Un’ascensione destinata a diventare classica, con migliaia di ripetizioni. I suoi 800 metri di 3° e 4° grado richiedono anche ai nostri giorni grande rispetto.

 

1912Angelo Dibona effettua la prima salita della Parete Sud della Tofana di Rozes.

 

1929Walter Stösser con Ludwig Hall e Fred Schütt realizzano un sesto grado, che più tardi verrà ridimensionato, ma che eleva le vie ad un piano di raggiungibilità solo a pochi eletti. Teatro dell’impresa è la parete Sud della Tofana di Rozes, (via Stösser-Hall-Schütt [8] ), ma questa volta non per i soliti camini e fessure, l’arrampicata viene portata in placca. I pochi chiodi usati sono maggiormente giustificati proprio per la maggior esposizione al vuoto (come successe per il Campanile Basso). Essi sono i precursori di quella arrampicata esterna che esploderà nelle Dolomiti, montagne prive di fessure regolari e lisce che invece sono presenti sul granito.

 

1931 – L’impresa considerata più ardua di Attilio Tissi: è generata da un errore: con Giovanni Andrich, Attilio Zancristoforo e Francesco Zanetti, egli si trova impegnato sulla via Stösser-Hall-Schütt sulla Tofana di Rozes, parete Sud. [8] Una fitta nebbia crea la condizione per l’errore. Salgono infatti dritti lungo una fessura-camino, che Walter Stösser si preoccupò di evitare. Questa fessura, è unanimemente riconosciuta come la più rischiosa e difficile in arrampicata libera. Estremamente faticosa, essa esclude ogni possibilità di piantare alcun chiodo in quanto bisogna stare ben incastrati con il corpo e con gli arti. La via Tissi-Andrich-Zanetti-Zancristoforo, [9] forse oggi con i friends e gli excentrics si potrebbe lavorare meglio ad una protezione. Werner Schertle la definisce una delle più difficili salite libere delle Dolomiti, e di uguale parere sarà Reinhold Messner che negli anni Settanta la valutata come una delle più dure arrampicate libere delle Alpi. (In seguito nelle Alpi verranno tracciate molte vie di difficoltà nettamente superiore).

 

1944 – Gli “Scoiattoli di Cortina”, Ettore Costantini con Renato Apollonio aprono sul magnifico Pilastro di Rozes, [15] una via che otterrà un grande consenso, degna di porsi al fianco della Soldà alla Marmolada o della Cassin sulla Ovest di Lavaredo.

 

1946 - Gli “Scoiattoli di Cortina”, Albino Alverà con Ugo Pompanin realizzano la prima ascensione al Primo Spigolo del pilastro della Tofana di Rozes.

 

1946 - Albino Alverà con Ugo Pompanin “Scoiattoli di Cortina” salgono per primi il Terzo Spigolo del pilastro della Tofana di Rozes con difficoltà classiche.

 

1946 - Gli “Scoiattoli di Cortina”, Ettore Costantini e Luigi Ghedina salirono lo Spigolo del Pilastro di Rozes.

 

1952 - Walter Bonatti apre sulla Tofana di Rozes (3225 m.), la via della Tridentina sullo sperone Sud-Ovest, oggi assai ripetuta. Da quel momento l’attenzione si concentrò sui tre bellissimi pilastri delle Tofane.

 

1953 -

16/17/18 marzo

* Tofana di Rozes

Il Pilastro di Rozes – Parete Sud Est – via Costantini/Apollonio – 1° invernale

Andrea OggioniIosve Aiazzi

 

 

1960 – “Gli Scoiattoli”, Albino Michielli “Strobel”, Lino Lacedelli e Claudio Zardini, con 385 chiodi infissi in 350 metri di parete, realizzano un itinerario sulla Punta Giovannina (Tofane). Il numero dei chiodi e cunei impiegati per aprire una “prima” oramai supera abbondantemente il numero di metri della parete.

 

1963 – Viene aperta sul Pilastro di Rozes la via Paolo VI alla Tofana di Rozes da parte degli Scoiattoli, Albino Michielli “Strobel”, Lorenzo Lorenzi, Bruno Menardi, Carlo Gandini e Claudio Zardini.

 

Nei primi anni Ottanta Heinz Mariacher e Luisa Jovane ripetono in libera lo spigolo del Pilastro di Rozes

 

1996 - B. Tassi “Lamos” e D. Alberti “Capazo” aprono un itinerario “sportivo” chiamato Super Toio sulla Punta Giovannina (Tofane) di 300 metri con difficoltà massime di 7a+.

Quest’itinerario si sviluppa sulla strapiombante parete che sovrasta il rifugio Giussani. Dopo la prima parte su roccia gialla un po’ friabile la via segue le evidenti colate nere superiori, con una roccia migliore. L’itinerario è stato aperto dal basso con l’uso di spit.

 

1997 – In un periodo decisamente non più pionieristico, tre alpinisti, Alfredo Pozza, Ferruccio Svaluto e Mauro Valmassoi aprono un itinerario sul versante Ovest della storica Tofana di Rozes. La via è dedicata a Pietro Segantini oppone alcuni passaggi di 6a/6a+, ed è aperta con 10 chiodi, 32 cordini, 8 nuts e 13 friends.